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La moka di Rosina. pag.3

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vai a ⇐ Pag. 2   Fu sera e poi fu mattina e finalmente all’arrivo di Rosina la moka era pronta.
Sistemammo Rosina in modo che stesse comoda e tranquilla e festeggiammo allegramente il ritorno a casa della bersagliera.
A una certa ora della serata, ogni tanto qualcuno salutava e andava via così ci ritrovammo io, Rosina e la badante e, notando sul volto di Rosina i segni della stanchezza, salutai e andai via anche io. La moka di Rosina
Rosina mi ringraziò tanto per tutto quello che avevo fatto per Lei, promettendomi che, quando sarebbe stata meglio, avrebbe trovato il modo per ricambiare le attenzioni che avevo avuto nei suoi confronti.
Poi mi prese la mano e mi disse: “:- Hai capitu perchè su catuta? -:” (Hai capito perché sono caduta?)
Pensando che, dall’alto della sua esperienza, mi volesse dire qualcosa di serio e filosofico, risposi: “Non ti abbattere, coraggio! Meglo così che peggio! In breve ritornerai la bersagliera di prima! Sei caduta per colpa di Nerina, quella gatta impertinente non ti molla un passo. Poteva capitare a chiunque di noi.”
“No!" Rispose lei scuotendomi la mano e l'anima. “:-Dra moca... ddhra vecchia caffettiera maie fatta cumpagnia pe tantissimi anni. Puru quannu no facia chiui u cafè la pijava, la pulizzava e ne cuntava. ddhru giurnu lia jentulisciata; me vitia comu iddhra e, scunfurtata pe l'età ca vanza, nia tittu critannu: si vecchia comu mmia, no'mbali mancu cu stai sposta. Ci te tegnju a fare! E ura cu bbai allu cimitero.-:"

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(Quella moka… quella vecchia caffettiera mi ha fatto compagnia per tantissimi anni. Anche quando non preparavo più il caffè la prendevo, la pulivo e le parlavo. Quel giorno l'avevo buttata; mi vedevo in quella moka e, presa dallo sconforto per l’età che avanza, le avevo detto a voce alta: sei vecchia come me, non vali neanche per stare esposta. Cosa ti tengo a fare! E ora che tu vada al cimitero.) E un attimo dopo, scendendo le scale, sono caduta perché tu la potessi trovare e darle una nuova vita.
Non farà più il caffè, questo è poco ma sicuro, ma adesso è la moka più bella del paese e c’è l’ho io. Grazie!”
Dopo un attimo di silenzio che mi gelò il sangue aggiunse: ":- moi su sicura e tranquilla ca tra centu, centucinquanta anni, quannu toccherà a mia, u Patreternu me farà fazzu nautra cosa":- (Adesso son sicura e tranquilla che tra cento, centocinquanta anni, quando toccherà a me, il Padre Eterno mi farà fare qualcos'altro.)

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