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La moka di Rosina. pag.2

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⇐ vai a Pag. 1   Giunta al centro ecologico, mentre aprivo lo sportellone dell’auto, per prendere il bidoncino con i metalli della raccolta differenziata, lo sguardo si posò su una moka per il caffè....
Sembrava usata poco, la presi in mano e la osservai, sembrava non avesse mai fatto il caffè, ma perché Rosina la stava buttando? Ma!
Mi dispiacque rimetterla nel bidoncino e la lasciai in un angolino nel portabagagli della macchina e lì ci rimase per un pò.
Passò ancora qualche giorno e finalmente arrivò l’ora in cui Rosina stava per essere dimessa.
Ero felice e pensai che volevo preparare una bella sorpresa per accogliere Rosina con allegria, ma non mi veniva in mente niente.
Cosa fare per una persona di ottantadue anni, che non si può alzare dal letto?
Ero così agitata e nervosa, per non saper mai essere all’altezza delle situazioni, che me la prendevo con tutto.

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Al supermercato, mentre caricavo la spesa nel portabagagli della macchina, me la presi anche con la moca di Rosina; la presi e la buttai nel cestino dei rifiuti posizionato all'entrata del supermercato.
Che cosa aveva fatto di male quella moka? Niente! Anzi, ancora una volta era colpa mia che invece di buttarla, come voleva Rosina, me l’ero tenuta in macchina.
Vedevo nero. Entrai in macchina, uscii dal parcheggio, feci il giro dell'isolato e ritornai indietro a riprendermi la caffettiera, fiondandomi nel cesto dei rifiuti come se cercassi chissà quale tesoro.
Ero stata fulminata da un’idea, come San Paolo sulla via di Damasco, in mente si era stampata un'immagine chiara e precisa della moka.
Rientrai nel supermercato con idee chiare e precise, comprai vernice colorata, pennelli, colla, carta vetro, forbicine per carta e tovagliolini per ricorrenze.
Adesso vedevo colorato a fiori, peonie per l’esattezza.
Arrivai a casa non so come, forse non conservai nemmeno la spesa, mi misi subito al lavoro.
Avevo fretta di vedere realizzato il regalo che volevo preparare per Rosina. E così fu.... Continua a Pag. 3 ⇒

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